Archivio di Gino

Analisi, riflessioni, pensieri, appunti scritti da Luigi Pagliarani nei suoi numerosi quaderni, ora conservati nell'Archivio della Fondazione

Archivio di Gino

Archivio di Gino
Progetto di valorizzazione culturale di Franco Cagol e Stefania Donati


Descrizione dello stato attuale

In casa Pagliarani a Vacallo (Canton Ticino) sono conservati materiali prodotti e raccolti da Gino Pagliarani nel corso della sua vita:

  • l’archivio personale
  • la biblioteca
  • manufatti artistici (sculture, opere grafiche, quadri, oggetti)


archivio-dscn0888L’archivio è ora collocato in vari locali, senza un preciso criterio ordinamentale. In un armadio, posto in una delle stanze che guardano verso il retro della casa, si trovano quaderni di appunti e studi, corrispondenza, materiali bibliografici e documentari di vario genere. Altra documentazione è conservata nei locali disposti verso l’ampio cortile interno, dove si trova la biblioteca: all’interno di un capiente armadio, in schedari in metallo (classificatori verticali), sparsi sugli scaffali o nei cassetti delle scrivanie, sono conservati appunti, studi, scritti, ritagli stampa, estratti e note relativi ai suoi studi ed interessi, agende e taccuini, nonché corrispondenza, raccolte di saggi a stampa, carte relative all’esperienza di deportazione durante il secondo conflitto mondiale e altre, più direttamente connesse all’attività di psicoanalista. Materiale ancora da esplorare, prevalentemente di tipo fotografico, si trova in un armadio posto in soffitta, mentre videocassette e filmati su vario supporto trovano posto sugli scaffali del soggiorno.

I materiali documentari sono in linea di massima disposti in buste, cartelle, raccoglitori ad anelli e altri contenitori originari, talora non idonei, che in futuro occorrerà sostituire al fine di garantire una corretta conservazione del loro contenuto.


biblioteca-dscn0905La biblioteca è posta su scaffali distribuiti in diversi locali della casa; la parte consistente è collocata nell’ampio e luminoso corridoio disposto verso il cortile interno. Accanto ai volumi più strettamente attinenti ai temi di psicosocioanalisi sono presenti opere che testimoniano i molteplici interessi di Gino Pagliarani e l’interrelazione continua della sua attività intellettuale nei vari ambiti disciplinari: dalla storia, alla filosofia, alla storia delle religioni, all’antropologia, alla mitologia e alla cultura classica in genere, alla letteratura italiana e straniera, alla poesia, al cinema, alla storia dell’arte, e così via. I libri, circa 30.000 volumi, sono spesso glossati con note, appunti, impressioni dello stesso Pagliarani1. Per quanto riguarda l’ordinamento, la prima impressione - suffragata dalle tracce di appunti relativi alla dislocazione fisica della biblioteca - è quella di una organizzazione tematica dei volumi, appunto per categorie disciplinari, all’interno delle quali vige l’ordine alfabetico per autore. Categorie che lo studioso amava creare anche nella sua produzione scritta per meglio organizzare le informazioni e i propri studi.


oggetti-pict0003Nei diversi locali della casa sono presenti oggetti, manufatti e opere artistiche realizzati e raccolti da Pagliarani. Accanto a sculture, quadri e altre opere grafiche si trovano infatti esposte frasi significative, trascritte da Gino a grandi caratteri su supporti di vario genere, frasi che testimoniano la grande sensibilità e cultura tendente a rendere concreti, ovvero a oggettivizzare i pensieri, per renderli comunicabili e sempre presenti a se stesso e agli altri2.



Obiettivi del progetto

L’attività principale svolta da Gino Pagliarani si concentra soprattutto nella sua professione di psicosocioanalista, attività che ha lasciato residui intellettuali di notevole spessore. Accanto ad essa, tuttavia, ci piace ricordare e sottolineare, che lo stesso studioso ha lasciato memoria di molti altri ambiti e interessi della propria vita che, in una prospettiva di valorizzazione ‘in toto’ della sua persona, è bene far emergere.


diagramma-dscn0901L’obiettivo che questo questo progetto intende porsi è quindi di valorizzare il pensiero e l’opera tutta di Gino Pagliarani, alle cui fondamenta poggiano le esperienze di vita, quali ad esempio quella che lo ha portato ad essere internato in un lager tedesco durante il secondo conflitto mondiale, l’impegno socio-politico maturato fin dagli inizi degli anni Quaranta, o ancora l’attività giornalistica praticata prima di intraprendere la professione di socio-psicoanalista. Si tratta di esperienze che dialogano e si alimentano reciprocamente nel corso di tutta la sua attività intellettuale e che sfociano inevitabilmente in un’intensità di rapporti e di impegni con colleghi, gruppi di ricerca, movimenti e gruppi politici, istituzioni, associazioni. Si percepisce in sostanza un intreccio di relazioni, di movimenti, di persone, dentro i quali e con i quali ogni singolo pensiero e attività non rimangono asetticamente isolati nei singoli ambiti di azione, ma appaiono tutti collegati da quel filo rosso che unisce in un unico ‘progetto intellettuale’ l’opera di Gino Pagliarani. Proprio per questo motivo la straordinaria e ricca opportunità che la famiglia offre nell’aprire la casa e mostrare i luoghi del suo quotidiano operare, dove sono ancora visibili e percepibili i segni della sua presenza e della sua forma mentis, si presenta oggi come un valore aggiunto per la valorizzazione della figura di Gino Pagliarani.


Il perseguimento di questo obiettivo implica necessariamente un procedimento operativo che passa tramite alcune tappe obbligate: il censimento, l’ordinamento e lo studio della sua produzione documentaria, delle sue pubblicazioni (sia monografie che saggi o articoli per convegni e interventi), della sua biblioteca, della sua produzione artistica e di raccolta di oggetti significativi. A completamento di questa fase, che già comporta una valorizzazione dei materiali lasciati da Gino Pagliarani, si possono mettere in campo progetti editoriali opportunamente calibrati, come si mostrerà più avanti.



Tappe di lavoro

Per il raggiungimento del fine proposto è pertanto necessario provvedere a:

  • ordinamento dell’archivio personale
  • descrizione inventariale dei materiali d’archivio
  • elaborazione di una biografia esaustiva
  • elaborazione di una bibliografia completa degli scritti
  • ordinamento e descrizione generale della biblioteca
  • censimento e descrizione delle opere artistiche e dei manufatti in genere




Prodotti

I risultati immediati che conseguono alle attività sopra menzionate portano necessariamente alla produzione di:


a. Organizzazione strutturata dell’archivio e suo condizionamento in idonei contenitori

Il lavoro di ordinamento seguirà il principio del metodo storico e sarà dunque posta particolare attenzione alle modalità della produzione documentaria e alla prassi della sua sedimentazione in modo da restituire il vincolo tra le carte che lo stesso Gino Pagliarani aveva loro assegnato. Conseguentemente l’archivio non apparirà più come una massa informe di carte, ma assumerà una struttura logica, dalla quale emergeranno con chiarezza le serie documentarie e le unità ad esse pertinenti. Lo scopo di questo lavoro non si esaurisce nel mero ordine fisico delle carte, ma costituisce la premessa fondamentale per la conseguente attività di descrizione inventariale, che deve procedere per gradi gerarchici di informazione, secondo una prassi consolidata negli studi di settore. L’attività di ordinamento, se condotta in modo tale da far emergere il vincolo tra le carte e anche quello tra le diverse serie archivistiche, consentirà di mettere in luce gli elementi contenutistici di elevata resa informativa.

Non va trascurata la necessità di ricondizionare le carte in opportune cartelle e contenitori, attività che se ben condotta permetterà non solo una sicura conservazione nel tempo, ma anche una facilitazione nel reperimento di esse.


b. Inventario informatizzato dell’archivio

La descrizione inventariale verrà condotta nel rispetto delle consuete norme archivistiche e privilegerà pertanto l’approccio multilivellare e gerarchico, così come emerge dall’ordinamento partizioni, fino ai livelli più bassi costituiti dalle singole unità archivistiche (busta, raccoglitore, fascicolo).

Essa verrà condotta con l’ausilio degli standard internazionali di descrizione archivistica, noti come ISAD e ISAAR, secondo una prassi che consente di descrivere separatamente il contesto documentario dal profilo biografico del soggetto produttore. Si tratta di un approccio interrelazionale che consente di operare gli opportuni collegamenti tra l’attività del soggetto e i materiali prodotti nel corso delle specifiche attività e interessi. Gli aspetti relazionali della descrizione si estendono poi sia all’ambito della documentazione, sia a quella del soggetto che l’ha prodotta. Fondi, serie archivistiche e unità verranno pertanto descritti nel rispetto del contesto di produzione, così come per lo stesso soggetto saranno messi in evidenza i rapporti con altre persone, gruppi, associazioni o enti che hanno operato in collaborazione con esso.

La descrizione si avvarrà di un software specifico individuato nella fattispecie nel programma Sesamo, elaborato dalla Expert Italia srl su incarico della Regione Lombardia, versione 1998, scaricabile gratuitamente a richiesta dal sito internet della Regione Lombardia. Il programma è compatibile con gli standard internazionali di descrizione archivistica ISAD (per i complessi documentari) e ISAAR (per i soggetti produttori siano essi persone, enti o famiglie), l’adozione dei quali permette tra le altre cose la condivisione delle informazioni all’interno delle reti e banche dati archivistici di tipo tematico o territoriale di ambito regionale, nazionale ed internazionale. Per questo motivo e per la sua duttilità alle problematiche dell’ordinamento e della descrizione archivistica, Sesamo è ampiamente diffuso ed utilizzato dalla comunità archivistica italiana ed è stato adottato (in una versione aggiornata) come base dati privilegiata del futuro sistema informativo archivistico nazionale Siusa.

La base di informazioni prodotta con Sesamo è esportabile automaticamente in formato RTF (leggibile e stampabile in versione cartacea con Word) e HTML (lettura da Internet). Essa resterà presumibilmente, in una prima fase, ad uso esclusivamente interno, anche per una corretta
valutazione dei casi di rispetto della privacy che emergeranno nel corso del lavoro.


c. Progetto editoriale

Una pubblicazione a stampa, che comprenda l’inventario dell’archivio con appropriata introduzione, una biografia esaustiva, l’elenco completo degli scritti, la descrizione generale della biblioteca, la descrizione generale delle opere artistiche, presuppone l’elaborazione di un articolato progetto editoriale, il quale potrà assumere la funzione di strumento di base per lo studio del pensiero e dell’attività di Gino Pagliarani.

La pubblicazione potrà essere corredata da un appropriato apparato iconografico, da indici analitici e appendici, se necessario anche su supporto elettronico (base di dati, video, ….). Nella realizzazione  di  questo  strumento  sarà necessario  pensare  ad  uno  studio  attento dell’impostazione grafica complessiva, oltre alle operazioni legate alla curatela editoriale (correzione bozze, assemblaggio interventi….).

In questa prospettiva si rivela importante contestualizzare questo lavoro con analoghi strumenti editoriali condotti su tipologie di beni culturali similari (inventari di archivi di persona, cataloghi museali, guide bio-bibliografiche …).


Franco Cagol
Stefania Donati



  1. Vedi continuo riferimento ai suoi libri in “Violenza e bellezza”… es. Svevo, La coscienza di Zeno, … []
  2. Vedi introduzione al “Calepino” di Mario Pagliarani: “L’uomo che collezionava frasi” []