Bibliografia di Luigi Pagliarani

La presente bibliografia è stata scritta da Carla Weber ed è tratta dal volume “Educazione sentimentale” di Luigi Pagliarani, edito da Guerini e Associati (2001).

Bibliografia affettiva
di Carla Weber


La ricerca teorica nella definizione
di un approccio psicosocioanalitico

  • L.M. Pagliarani, «Noi marsupiali», Prefazione a G. Lapassade, tr. it. Il mito dell’adulto, Guaraldi, Rimini 1971.
    La messa a punto della teoria del puer ha in Pagliarani un cuore antico. Risale dalla sua stessa esperienza e si incontra, come in questo caso, con contributi di altri autori che vengono ascoltati e fatti parlare per porre in evidenza il rapporto tra crescita e contenimento, fra legame ed emancipazione.
  • L.M. Pagliarani, «Psicoanalisi di gruppo e socioanalisi», Ulisse, voi. XI, fase. LXXII, 1972, e Psicoterapia e scienze umane, numero monografico dedicato a E. Jaques e alla socioanalisi, 3-4, Franco Angeli, Milano 1972.
    Una dimensione della vita sociale e istituzionale che diventerà una componente fondamentale del percorso di approfondimento di Pagliarani è quella riguardante i gruppi. In questo saggio viene sviluppato un approfondimento delle affinità e delle differenze tra l’analisi di gruppo e la socioanalisi, cercando di mettere in evidenza i vantaggi di un ampliamento della prospettiva alle dinamiche istituzionali e sociali.
  • L.M. Pagliarani, In nome del figlio, intervista di S. Zavoli, SEI, Torino 1972.
    Prende forma in questa fase del percorso di studio di Pagliarani quello che egli chiamerà il fondamento epistemologico del puer e questa intervista rap­presenta l’occasione per la messa a fuoco dei tratti fondamentali dell’ipotesi con il beneficio della forma discorsiva. L’intervista diviene così un materiale importante per fare il punto dell’avanzamento della ricerca che porterà in seguito alla costruzione teorica della psicosocioanalisi.
  • L.M. Pagliarani, «Il lavoro come momento di connessione tra mondo interno e mondo esterno attraverso la mediazione del principio di realtà», in AA.VV., Giornate di studio, Cis, Bergamo 1975.
    La riflessione proposta rappresenta la prima versione di un saggio che verrà rivisto in seguito e che pone in maniera organica l’individuazione del lavoro come fattore critico fondativo e coinvolgente tratti della personalità e aspetti del mondo.
  • L.M. Pagliarani, L’universo «coppia», ciclostilato inedito, Milano 1979.
    È un materiale di lavoro che presenta la rilevanza di uno dei temi portanti del pensiero di Pagliarani, strettamente connesso al tema del puer. La coppia è il luogo del «due», dell’incontro e della convivenza della differenza. La coppia è all’origine del puer. Sia riguardo all’amore e alla nascita, sia riguardo all’incontro, la coppia viene considerata nella sua possibile generatività e nei suoi vincoli.
  • L.M. Pagliarani, «In origine era la coppia», Quaderni di sessuologia clinica, 2, ottobre 1982.
  • L.M. Pagliarani, Una «terra di nessuno» che dalla psicoterapia di gruppo conduce alla socioanalisi, dattiloscritto inedito, Milano 1982.
    La psicoanalisi «oltre il divano» non riguarda solo gli individui ma anche i gruppi. In questo contributo Pagliarani dedica la sua attenzione alla potenzialità del gruppo come contenitore delle condizioni del progetto individuale e come mediatore nei rapporti istituzionali. La dimensione virtuale de! gruppo mostra così la sua potenzialità emancipativa.
  • L.M. Pagliarani, «L’impresa: angoscia della certezza» (Prefazione), e «Il lavoro come momento di connessione tra mondo interno e mondo esterno, attraverso la mediazione del principio di realtà, e, Progettometro ‘Ego’: un gioco semiserio» (Appendice), in A.M. Bertolotti, D. Fotti, G. Varchetta, L’approccio socioanalitico allo sviluppo delle organizzazioni, Franco Angeli, Milano 1982.
    Nella Prefazione e nell’Appendice di questo volume che ha rappresentato il documento disponibile più sistematico sull’approccio della socioanalisi prima che divenisse psicosocioanalisi, Pagliarani presenta due dei tratti più significativi del suo approccio all’analisi delle istituzioni e allo studio del lavoro come tratto costitutivo dell’esperienza umana. Dell’istituzione viene considerata in particolare la crisi difensiva che può neutralizzarne la vitalità e le capa­cita evolutive. Il lavoro viene qui considerato come connessione fra mondo interno e mondo esterno, come possibilità di coniugare l’essere e il fare. La progettualità come esito di una tensione conflittuale e creativa tra individualità e alterità.
  • L.M. Pagliarani, «Metempsicotico il gruppo?», in «Identità e gruppalità», Quaderni dì psicoterapia di gruppo, 2, 1983.
    I processi emotivi e affettivi che si sviluppano nell’esperienza gruppale rappresentano l’oggetto di analisi di questo saggio che cerca di mettere criticamente a fuoco i  limiti e le possibilità del «calco formale», del «passaggio da un corpo a un altro» che consentono a un gruppo di divenire tale in quel gioco senza fine tra «io» e «noi», tra soggettività e gruppalità.
  • L.M. Pagliarani, «L’imprenditore di fronte al denaro», redatto per Espansione, novembre 1983.
    È una breve riflessione sul denaro come fine o come simbolo e prende in considerazione i limiti dell’esperienza imprenditoriale contemporanea nel momento in cui perde il rapporto con la sua funzione individuale e sociale.
  • L.M. Pagliarani, Natalità: quando? Di chi? Interrogativi sulla creatività sociale, cioè individuale, dattiloscritto preparatorio del contributo al VII Convegno AIF, 1985.
  • L.M. Pagliarani, «Il sociale e la creatività», in «Creatività e organizzazione. Atti del VII Convegno A.LE», Quaderni Pirelli, 58, Milano 1986.
    Questo saggio, rivisto per la trascrizione degli atti del convegno, è un contributo del percorso di ricerca di Pagliarani intorno alle possibilità della crescita connesse a ogni esperienza di formazione. L’apprendimento è una esperienza di natalità e come tale può essere sostenuta dalle relazioni che lo accompagnano. Anche alla luce dell’analisi critica di contributi sul comportamento organizzativo e sulla vita istituzionale Pagliarani introduce uno degli aspetti salienti del suo pensiero riguardanti l’analisi della creatività e della crescita individuale e sociale connesse all’equilibrio emergente dell’elaborazione del circolo paura-amore-colpa.
  • L.M. Pagliarani, Il coraggio di Venere. Anti-manuale di psico-socio-analisi della vita presente, Raffaello Cortina, Milano 1985.
    La ricerca sull’espansione di sé nell’esperienza individuale e sui vincoli e le possibilità di cambiamento nell’esperienza gruppale e collettiva, trova in questo volume la presentazione del contributo che forse più di ogni altro distingue l’opera di Pagliarani. La messa a fuoco della «terza angoscia» o «angoscia della bellezza» aiuta a comprendere un tratto caratterizzante dell’esperienza umana, al punto di conflitto tra attivazione e espressione di risorse individuali e spreco e tradimento di sé. Il percorso dialogico del volume traccia una mappa del complesso mosaico degli interessi di ricerca e del pensiero di Pagliarani, ma è su questo aspetto dell’esperienza di bellezza e dell’elaborazione problematica e efficace di tale esperienza per l’emancipazione individuale e sociale che il volume fornisce il principale contributo.
  • L.M. Pagliarani, Il figlio: Minotauro o tesoro? Come la psico-socio-analisi ha germinato dal seme di Fornari, relazione in occasione del seminario finale di Ariele e della tavola rotonda all’interno della giornata di studio La democrazia degli affetti secondo Franco Fornari, Milano, 16 e 17 giugno 1986.
    Il contributo, articolato in più parti, presenta, con una modalità propedeutica, la prospettiva di intervento psicosocioanalitico come una evoluzione della socioanalisi. Include anche un approfondimento teorico della metodologia propria della psicoterapia progettuale, che orienta l’intervento clinico a  circoscrivere la dimensione progettuale del paziente più che a procedere soltanto nello «scavo» dell’esperienza passata, privilegiando — come egli stesso sostiene — l’architettura all’archeologia.
  • L.M. Pagliarani, «L’alleata necessaria», Presentazione a F. Marcoli, W. R. Bion e le «Esperienze nei gruppi», Armando, Roma 1988.
    La riflessione di Pagliarani riprende la proposta di Bion riguardo alla forza generativa della domanda e la arricchisce approfondendola con un tema molto trattato nella sua prospettiva, quello della capacità negativa, concetto mutuato da Keats. Ancora una volta è dall’incontro e dal dialogo virtuale con altri pensatori e poeti che nasce una proposta originale di Pagliarani riguardo al metodo, all’azione trasformativa dell’approccio psicosocioanalitico.
  • L.M. Pagliarani, Immaginazione e metafora: dal transfert all’ibridazione creativa nella relazione tra paziente e analista, comunicazione al seminario omonimo, Istituto di Analisi Immaginativa di Cremona, 31 ottobre 1987
    In questo contributo Pagliarani affronta un tema abbastanza costante della sua riflessione, quella dell’origine dell’inedito e della genesi della creatività, riferendoli alla relazione terapeutica e al ruolo che in essa può giocare la forza immaginativa. Accanto agli stati di mancanza e agli orientamenti progettuali, l’ibridazione può essere alla base dell’immaginazione e costituire contenitori adeguati per i passaggi significativi della relazione terapeutica
  • L.M. Pagliarani, «L’angoscia della bellezza, Il conflitto estetico», Materiali per il piacere della psicoanalisi, 6, Tipografia Editrice Pisana, Pisa 1987.
    Si tratta di uno scritto introduttivo in cui vengono affrontati i temi principali della ricerca psicosocioanalitica per preparare una presentazione della «terza angoscia» o angoscia della bellezza, approfondendo in particolare l’incertezza rispetto al proprio valore da parte di ognuno, la propria capacità di amare, le difese dal rischio di amare e le possibilità dell’invenzione di sé.
  • L.M. Pagliarani, «Fornari, la polemologia e un lapsus della psicoanalisi», Il piccolo Hans, 56, Milano 1987.
    Questo è un testo decisivo per la fondazione degli studi sul controtransfert che Pagliarani aveva avviato e svilupperà più approfonditamente in seguito. A partire dalla crisi del gruppo di studi e intervento sulla polemologia, e in particolare dalla lettura che Fornari farà di quella crisi, viene individuato un lapsus controtransferale o co-lapsus, in quanto collettivamente condiviso, come elemento socioanalizzatore nella difficoltà o incapacità dell’approccio psicoanalitico a considerare se stesso, il proprio modo di procedere. In particolare viene analizzata la difficoltà della comunità psicoanalitica, almeno in parte più attrezzata degli altri, e perciò più responsabile, a stare nel presente e a scegliere una posizione e una collocazione. Il saggio si interroga su «questa dolorosa impotenza a stare rivolti a noi».
  • L.M. Pagliarani, Il necessario apprendimento dell’ambiguità, relazione al convegno della sezione clinica della Società Italiana di Psicologia scientifica (sips), Milano, 1 marzo 1988.
    In questa traccia di relazione viene chiaramente sintetizzato l’approdo con il quale Pagliarani ha integrato la psicosocioanalisi alla tradizione degli studiosi neolatini, in particolare Bleger, e al pensiero dell’ultimo Bion. Al centro vi è la distinzione tra ambivalenza e ambiguità. Mentre la prima indica uno stato dell’essere — individuale, di coppia, sociale — in cui la conflittualità e le contraddizioni risultano intollerabili; la seconda trarrà della possibilità e dei limiti ad apprendere la sofferta coesistenza dei contrasti e delle simultanee molteplicità.
  • L.M. Pagliarani, PSOA, sintesi dell’aprile 1989, dattiloscritto inedito.
    È uno dei testi che periodicamente Pagliarani realizza in occasione di incontri seminarili per aggiornare l’approccio psicosocioanalitico. In questo contribuito vi è un significativo richiamo all’ultimo Bion e alla difficoltà nell’affrontare simultaneamente i due conflitti, con sé stessi e con gli eventi esterni, sempre entrambi compresenti.
  • L.M. Pagliarani, «La riscoperta dell’Europa», in E.H. Schein, Sviluppo organizzativo e metodo clinico, Guerini e Associati, Milano 1989.
    L’intervento con gli individui, i gruppi e le istituzioni è stato condizionato nella seconda metà del ventesimo secolo dall’ossessione della prescrizione e dell’utilitarismo immediato. A corrispondere a questa esigenza di efficienza funzionale, in particolare dei luoghi di lavoro, è stato il pensiero psicologico organizzativo di stampo anglosassone. In questo contributo che introduce il lavoro di Schein, Pagliarani evidenzia il valore del conflitto e della cooperazione interpretativa nel processo di consulenza e cerca i punti di corrispondenza fra l’approccio clinico di Schein, le possibilità di combinazione con l’orientamento etnografico e gli aspetti distintivi della prospettiva psicosocioanalitica. Gli elementi di confluenza sono numerosi e il saggio di Pagliarani si propone così come una definizione puntuale delle possibilità della ricerca intervento per lo sviluppo delle istituzioni e delle organizzazioni.
  • L.M. Pagliarani, «Psicosocioanalisi: una professione del presente, se…» (Introduzione), e «Questo congresso Est-Ovest avrà un significato?» (Postfazione e Appendice), in AA.VV., Glossario di psicoterapia progettuale, Guerini e Associati, Milano 1990.
    In collaborazione con un gruppo di allievi questo volume propone un’esplorazione dei termini cruciali di uno degli approcci ai quali Pagliarani ha dedicato maggiore attenzione nel campo della psicoterapia, quello della psicotera­pia progettuale. I testi dell’Introduzione e della Postfazione scritti direttamente da Pagliarani inquadrano l’approccio nella crisi e nelle prospettive di sviluppo della prassi e del pensiero psicoanalitici. L’attenzione al presente e alla responsabilità del pensiero psicoanalitico nell’agire politico, in quanto azione etica ed estetica, caratterizza la proposta di Pagliarani che assume il compito attivo del poeta e dell’artista.
  • L.M. Pagliarani, «Bel è buono. Sul rigore — non moralistico — del giudizio estetico», «Ovvero: la psicoanalisi come educazione all’est-etica», e «Parlare non è scrivere» (Postilla), in G. Varchetta (a cura di), Etica ed estetica della formazione, Guerini e Associati, Milano 1990.
    Sono tre contributi nello stesso volume che ruotano intorno all’interdipendenza generativa tra etica e estetica. In un dialogo fitto con alcuni aspetti decisivi del pensiero di Brodskij, l’etica della prassi nella vita e nel lavoro viene cercata nella relazione estetica con se stessi, con gli altri e con il mondo. Saper dipendere dalle situazioni non è uno stato «tossico», ma è «cibo di verità, di bellezza, con tutta la difficoltà e l’angoscia che questo impegno comporta».
  • L.M. Pagliarani, «L’ultimo Bion: psico-socio-analista», e «Bion pensatore pratico» (Appendice), in E. Cassani, G. Varchetta (a cura di), Psicosocioanalisi e crisi delle istituzioni, Guerini e Associati, Milano 1990.
    La valorizzazione in chiave psicosocioanalitica del pensiero di Bion e in particolare del contributo: «La psichiatria in tempo di crisi», rappresenta lo spunto per questi contributi e genera un approfondimento dei temi del potere e delle relazioni nelle istituzioni. Vengono approfondite le condizioni per il cambiamento catastrofico e considerati con molta  attenzione i limiti emotivi al cambiamento stesso.
  • L.M. Pagliarani, «Hermes o Afrodite?», Rivista italiana dì gruppoanalisi, 1, voi. V, 178    Riza, Milano, aprile 1990.
    In questo lavoro dialogico sul tema Destino e progetto, Pagliarani intreccia i temi dell’ascolto del puer proprio e dell’Altro, dell’incontro, della copula, del coraggio del presente, dell’esperienza di amore per proporre la tesi fondativa che la relazione è luogo di tutto, del bene e del male, del riconoscimento e dell’esclusione, dell’amore e del delitto, ma anche la risorsa unica su cui si fonda la psicoanalisi e la possibilità dell’alleanza terapeutica.
  • L.M. Pagliarani, Perché Venere fa l’amore con Marte? Il contributo della psicosocioanalisi per evitare il [o «un»] secondo Medio Evo, relazione al seminario presso il Dipartimento di Psicologia, Corso di Laurea in Psicologia, Università di Torino, 16-20 maggio 1994.
    Questa dispensa è uno di quei cataloghi di pensieri propri e altrui con cui Pagliarani ha sostenuto i propri seminari, certamente non con intenti esaustivi ma prevalentemente sollecitanti, catene anche dissonanti di pensieri catalizzatori. Si tratta di materiali adatti allo svolgimento di una attività didattica in grado di attivare la ricerca dei partecipanti in direzioni spesso imprevedibili e divergenti. I contenuti sono quelli fondativi dell’approccio psicosocioanalitico per l’analisi della contemporaneità.
  • L.M. Pagliarani, «Il cameriere di Ferenczi», Presentazione a S. Rossi, L’alcolista, Un nostalgico alla ricerca dell’identità, Guerini e Associati, Milano 1994.
    È uno scritto introduttivo che affronta il tema del conflitto della crescita e dei vincoli e delle possibilità della scelta per accedere a una identità adulta. Pagliarani mette in evidenza le indicazioni che una situazione problematica come quella dell’alcolismo può suggerire alla più complessiva esperienza individuale, compresa la sofferenza che l’amore e ogni crescita comportano. La depressione, viene identificata come «mal d’amore», erotopatia.
  • L.M. Pagliarani, «La sfida di Bion, oggi più che ieri. Psicosocioanalisi del potere e dei conflitti», intervento alla tavola rotonda Uno sguardo ai gruppi di lavoro specializzati oggi, International Centennial Conference on the Work of W.R. Bion, Torino 16-19 luglio 1997, pubblicato in Psicoterapia e scienze umane, 2, Franco Angeli, Milano 1998.
    Con questo contributo Pagliarani si misura con l’autore con cui più efficacemente ha dialogato nella fase matura della propria ricerca. L’attenzione viene
    riservata a due aspetti, uno di metodo e uno di contenuto. La capacità di dislocazione e di interrogazione costante, di Bion, viene valorizzata come un aspetto fondamentale del metodo nello studio dei fenomeni psichici e sociali.  Il conflitto, oltre che un tratto peculiare del metodo, viene poi riconosciuto      come un contenuto da privilegiare nello studio delle relazioni interpersonali e nella vita istituzionale.
  • L.M. Pagliarani, «Violenza vs. armonia (conflitti intra- ed extra-psichici irrisolti) (Sì, l’amore è politico)», relazione alle giornate di studio Le vittime e gli attori della violenza. Comprendere e curare per prevenire, introduttiva della parte dedicata a «Le radici della violenza», Torino, 7-8 novembre 1997, pubblicato in Psicoterapia e scienze umane, 4, Franco Angeli, Milano 1998.
    Lo studio dell’aggressività umana e la sua manifestazione in forme di violenza è un tema che ha accompagnato l’intera ricerca di Pagliarani fino a questo contributo nel quale egli si interroga sulle conseguenze della violenza e sulla disarmonia che tali conseguenze determinano nell’esperienza delle vittime. Al centro del saggio c’è l’attenzione ai disturbi della crescita causati dalle esperienze di negazione e violenza.
  • L.M. Pagliarani, «Potere», I fogli di Ariele, 2, anno 2, Milano, novembre 1998.
    È un breve dialogo intorno al tema del potere che riprende il contributo di W.R. Bion e lo sviluppa declinandolo alla situazione sociopolitica attuale, con l’intento di richiamare l’attenzione su alcuni aspetti delle forme contemporanee dell’esercizio del potere.
  • L.M. Pagliarani con A. Farinet, «Per una nuova cultura del lavoro in Italia», in L’inconscio organizzativo. Stress individuale e organizzativo nei servizi alla persona, Etas Libri, Milano 1998.
    È un’intervista orientata a rinsaldare il valore del contributo socioanalitico allo studio del lavoro con un’attenzione particolare a documentare il passaggio che avrebbe portato all’integrazione delle categorie della psicoanalisi per generare la prospettiva psicosocioanalitica.
  • L.M. Pagliarani, Le saette di Zeus. Saggio sul potere e l’elaborazione dei conflitti, contributo all’Incontro annuale Akoé, Tenno, 8-10 ottobre 1999.
    E una raccolta di riflessioni realizzata da Pagliarani per contribuire ad approfondire le questioni del potere e del conflitto. In particolare l’attenzione è concentrata sulla figura del capo e sulle caratteristiche che le diverse forme dell’esercizio del potere assumono nel rapporto tra personalità individuale, relazioni e contesti istituzionali.
  • B. Castiglione, G. Harrison, L.M. Pagliarani, Identità in formazione. Riflessioni antropologiche e psicoanalitiche per una definizione transculturale del rapporto tra identità ed alterità, Cleup, Padova 1999.
    Le dinamiche proprie del gruppo e i possibili esiti difensivi e paranoidi sono stati considerati da Pagliarani come uno dei principali problemi da approfondire a proposito della questione dell’alterità e delle prospettive di ibridazione transculturale. Questo contributo che si colloca ai confini con l’antropologia culturale evidenzia il valore dell’approccio psicosocioanalitico per lo studio della contemporaneità.