Rivista semestrale della Fondazione Luigi (Gino) Pagliarani, pubblicata: dal nr 1 al nr 12 presso le Edizioni Guerini Associati dal nr 13 presso le Edizioni Franco Angeli .
L’educazione sentimentale, rivista semestrale della Fondazione Luigi (Gino) Pagliarani, è alla sua terza uscita.
Transitando dai temi «puer-lavoro-polis» raccolti nel numero 1, verso l’area dei «conflitti intra e inter psichici» del numero 2, arriva ai processi, alle esperienze e alle riflessioni intorno all’area del «cambiamento».
Anche in questo numero rimane la struttura che la rivista ha inteso assumere, articolando i contributi in due sezioni:
- «Le carte di Gino», che sono frutto di un approfondito lavoro di ricerca all’interno dell’archivio che Pagliarani ha costituito mediante le sue schede (vedi annotazione 1);
- «Studi e Ricerche», che vogliono porsi come un avanzamento dell’opera di Pagliarani attraverso un invito ad autori che, originalmente, sentano l’importanza di continuare un dialogo intellettuale, rispetto al solco da lui tracciato.
Il numero 3 affronta la ricerca delle schede di Gino coltivando tre percorsi: strategia e tempo, mancanza, psicoanalisi neo-latina.
Franco Natili ha curato questo lavoro, così come ha coordinato la sezione di Studi e Ricerche intitolata «Esperienze di cambiamento nell’organizzazione: sguardi psicosocioanalitici» dove confluiscono punti di vista, scoperte, emozioni e visioni nati, sostenuti e sviluppati all’interno di Ariele, l’Associazione Italiana di Psicosocioanalisi.
Intorno alle problematiche del cambiamento sono stati invitati ad intervenire anche tre autori che hanno posto uno sguardo interdisciplinare: Fulvio Carmagnola, Donata Fabbri ed Enzo Rullani.
Ora, in queste righe editoriali ci sembra «bello» poter offrire un ulteriore punto di vista rispetto alla problematica del cambiamento.
Ci viene alla mente un autore che ha costituito (magari non frequentissimamente, ma sempre con effetti emotivamente molto forti) momenti di scambio con Gino Pagliarani, John Donne, e siccome la memoria non mantiene più di tanto, diviene necessaria una piccola ricerca, anche qui, fra alcune carte.
Così ci si può ricordare che John Donne, nato a Londra nel 1573, dopo una giovinezza brillante e dissipata, a cui appartengono le sue famose poesie d’amore, si sposa con Anne More aprendo un periodo che doveva ridurre drasticamente i suoi ricchi mezzi finanziari. Gradatamente coltiva interessi verso il campo religioso che lo portano a quel cambiamento di vita che lo vedono nel 1615 pastore e cappellano del re. Dopo la morte della moglie, la vita di Donne coincide con l’esercizio del suo ministero e nel 1621 viene eletto Decano nella chiesa di Saint Paul a Londra dove muore nel 1632.
La ricerca ci porta ai suoi Sermoni (Libreria Editrice Fiorentina, 1990) e ad uno, in particolare, I peccati della memoria, che qui riportiamo integralmente nell’ipotesi che abbia qualche riferimento con il tema del cambiamento.
Una casa non è pulita, sebbene tutto il grosso della polvere sia stato spazzato, se ce n’è ancora un po’ in un cantuccio, all’interno; una coscienza non è pura per aver rianda¬to tutti i suoi peccati nella memoria, perché possono annidarsi li, a incancrenire fino alla disperazione, se essa non li rovescia nel mare infinito del Sangue di Gesù Cristo e nella misericordia del Padre suo, per mezzo della confessione. Ma una casa non è pulita nemmeno se la polvere è stata buttata fuori, ma rimangono ragnatele sui muri, non importa in quale angolo oscuro. Una coscienza non è pulita, anche se i peccati riportatici alla memoria da questo esame sono abbandonati alla misericordia di Dio e ai meriti del suo Figliolo, nella confessione, se rimane in me anche una sola ragnatela, un piccolo ma colpevole diletto nel ricordo di quei peccati che avevo commesso prima. Quanti uomini ripeccano nella vecchiaia i peccati di gioventù, col piacere colpevole che provano a ricordare quei peccati, e il colpevole desiderio che i loro corpi non ne fossero ora incapaci?
Quanti uomini ripetono certi peccati, solo nell’immaginazione (eppure meritando condanna) centinaia di volte, SENZA AVERLI MAI COMMESSI ATTUALMENTE, ma soltanto riempiendosi l’immaginazione di pensieri come questi: ‘Come mi vendicherei di quel nemico, se fossi in quel posto di autorità? Come potrei facilmente rovinare quel giovane così prodigo, e portargli via la sua terra, se avessi ora solo un po’ di denaro per asse¬condare il suo umore!’. I peccati che non possiamo commettere ATTUALMENTE, a danno degli altri, noi li commettiamo altrettanto dannosamente per le anime nostre” mediante un desiderio ed un malvagio compiacimento.
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La costante ricerca dentro le carte di Gino si sviluppa anche per altre possibilità editoriali, oltre a quelle sopra indicate della rivista L’educazione sentimentale. Così è uscito, a giugno 2004, edito
da Nicolodi di Rovereto, II calepino di Gino Pagliarani, ossia una raccolta di citazioni che, tra gli anni 1987-1999, Pagliarani ha trascritto quotidianamente, assaporando, come suo solito, intuizioni provenienti da tutte le direzioni.
(collegamento alle Edizioni Guerini e Associati)