16 - Bellezza. Dall’originario all’originale

bellezza - dall originario all originale

Indice

  • Luigi Pagliarani,  L’angoscia della bellezza. Il conflitto estetico
  • Carla Weber,  Fatti d’arte
  • Pietro Barbetta,  Note preliminari per una “fiction” sul caso Lucia Joyce
  • Luigi Boccanegra, La relazione terapeutica è un’esperienza estetica
  • A cura di Cristiano Cassani,  Immagini
  • Fulvio Carmagnola,  Prospettive etiche nell’estetica
  • Maurizio Cogliani,  Musica e bellezza. Sinestesia etico-estetica e origine del pensiero creativo
  • Alfonso Maurizio Iacono,  I bambini giocano nei mondi intermedi
  • Giovanni Leghissa,  Bellezza e tristezza, l’organizzazione nell’età del neoliberalismo compiuto
  • Ugo Morelli,  La lanterna di prua… Ovvero, la soglia della bellezza
  • Marcello Farina,  Alcune considerazioni sulla bellezza
  • A cura di Carla Weber,  Recensioni


Editoriale

Da qualche tempo la bellezza ha perso la sua universalità e rilevanza formale, mentre riceve una grande attenzione dal punto di vista della formazione di sé e della ricerca delle vie dell’autorealizzazione. Quelle vie però non sono lineari e spesso si polarizzano verso la depressione o il narcisismo. Siamo di fronte ad un passaggio d’epoca in cui l’individuazione e la capacitazione si misurano con opportunità di espressione di sé mai esistite e, allo stesso tempo, la capacità di contenimento della complessità del mondo mette in discussione gli equilibri individuali e collettivi. La bellezza mostra così uno dei suoi tratti peculiari, cioè la sua ambiguità. Sostenere la dinamica psichica del divenire se stessi abitando i luoghi della propria indifferenziazione richiede lo sviluppo delle condizioni di un contenimento necessario per non perdersi travolti dall’angoscia. Quanta bellezza si riesce ad abitare, quanta creatività è consentita individualmente e socialmente sono le domande intorno alle quali questo numero ha raccolto i contributi dei diversi autori. Ci è sembrato utile approfondire i vincoli nell’accesso alla bellezza guardando al compito della clinica, dell’educazione e della politica, volendo sostenere con Pagliarani che la bellezza può essere “per tutti” e non uno “stato d’eccezione”.

Continuare a chiedersi cos’è il bello significa occuparsi della capacità umana di autoelevarsi, di cercare se stessi, di rivolgere uno sguardo di verità a quello che si è e si può essere. L’artista esprime con l’opera la propria relazione con il mondo, simbolizza in modo unico - originale - il proprio mondo interno; esprimendo in presa diretta le proprie emozioni profonde - originarie -, lascia con l’opera un’impronta di se stesso nel mondo e modifica il mondo stesso. Pagliarani ha collocato la terza angoscia in quella vertigine, in quella vibrazione del mettersi in ricerca della pienezza di sé nel modo di accoppiarsi con il mondo e nella paura di sostenere la bellezza di quell’accoppiamento. Una bellezza che fa incontrare l’orroroso, la paura del vuoto e l’angoscia confusiva.

Il tema del numero viene introdotto dalla riedizione del testo di Luigi Pagliarani “L’angoscia della bellezza. Il conflitto estetico”, pubblicato nel 1987 in Materiali per il piacere della psicoanalisi. Segue il contributo di Carla Weber, che cura l’intero numero e propone in apertura due interviste con Tullio Pericoli e Michelangelo Pistoletto nel-l’intento di farci guidare da due importanti artisti del nostro tempo nell’approfondimen-to dei processi generativi e creativi propri della loro esperienza artistica.

Le vie della psicoanalisi, nella ricerca di spazi inediti e generativi di cambiamento nella risonanza relazionale della cura, vengono percorse nei due contributi successivi mediante approcci molto diversi ma narrativamente simili per il potere di coinvolgere in una lettura appassionata.

Pietro Barbetta in Note preliminari per una “fiction” sul caso Lucia Joyce indaga il caso clinico di Lucia Joyce alla luce della scrittura del padre e in relazione alle interpretazioni psicoanalitiche di Jung e Lacan proponendo un’ipote-si clinica differente, legata alla iatrogenicità degli interventi e degli internamenti psichiatrici subiti da Lucia, nonostante il padre leggesse nelle condotte della figlia ammirevoli e sconvolgenti capacità telepatiche.

Luigi Boccanegra in La relazione terapeutica è un’esperienza estetica, omaggia la ricerca epistemologica di A.G. Gargani che ha attribuito al metodo psicoanalitico di S. Resnik una natura prevalentemente estetica definendolo “morfologico”. Il contributo attraverso il materiale clinico, anche di tipo auto-analitico, cerca di illustrare la stratificazione delle identificazioni diffuse attraverso le quali l’analista riesce a sintonizzarsi con l’elaborazione di pregressi contenuti traumatici, sia sul piano della relazione a due, che sul piano del piccolo gruppo di ricerca.

Le vie della filosofia dialogano con il tema della bellezza in percorsi di riflessione tra filosofia estetica e filosofia politica. Fulvio Carmagnola in Prospettive etiche nell’e-stetica, si chiede se la bellezza ha ancora un valore nel mondo contemporaneo non avendo oggi solo un valore simbolico ma avendo accresciuto sempre più il significato economico. Egli ci dice quanto i processi di valorizzazione economica e le basi istituzionali dei sistemi vadano presi in considerazione per comprendere la vera sfera nella quale porre il problema della bellezza e del gusto e quanto sia determinante considerare le implicazioni di una significativa variazione storica della domanda etica circa la bellezza.

Giovanni Leghissa con il suo saggio Bellezza e tristezza, l’organizzazione nell’e-tà del neoliberismo compiuto, entra nel merito delle derive biopolitiche della vita organizzativa contemporanea proponendo l’impresa quale luogo di formazione non solo di una cultura d’impresa ma soprattutto di cittadini autonomi e responsabili. Un mondo che ha bisogno di inventarsi nel gioco del possibile come l’originale contributo di Alfonso Maurizio Iacono. Egli con il saggio I bambini giocano nei mondi intermedi, mette a confronto la teoria di Winnicott e quella di Gregory Bateson in rapporto ai temi del gioco e dell’imitazione invitando ad osservare i bambini e la loro capacità di inventare mondi intermedi.

Le vie della psicologia evolutiva e delle neuroscienze si incontrano in altri due contributi che arricchiscono questo numero della rivista.

Maurizio Cogliani con il raffinato saggio Musica e bellezza. Sinestesia etico-estetica e origine del pensiero, affronta il valore della gratuità della bellezza e da musicista esplora il mondo sonoro e quanto la musica possa essere “contenitore di risonanza” in cui si attiva una sorta di “insight estetico”.

Il denso saggio di Ugo Morelli La lanterna di prua… ovvero la soglia della bellezza, continua la ricerca e lo studio recentemente pubblicati nel volume del 2010, Mente e Bellezza, da Allemandi, Torino. Alla ricerca del senso e dei significati della bellezza, questo contributo prende il via dall’ipotesi che essa possa essere, alfine, intesa come un sentimento particolarmente compiuto di risonanza incarnata che confermi o estenda il modello neurofenomenologico del sé. È soprattutto la soglia dell’accessibilità alla bellezza che impegna l’autore nel considerare possibilità e difficoltà.

Nel lieve contributo di Marcello Farina, Alcune considerazioni sulla bellezza, si intuisce sottotraccia un dialogo con il testo di Morelli sopraccitato, mentre da filosofo e sacerdote indica creatività ed esercizio della libertà a lenire le ferite dell’umano alla ricerca della conoscenza necessaria per vivere oggi secondo un’etica globale.

La rivista ospita infine le Immagini, a cura di Cristiano Cassani, e la rubrica Recensioni mentre ci scusiamo di dover rinviare al prossimo numero, per mancanza di pagine disponibili, l’annunciato avvio della rubrica Eventi, a cura di Dario Forti.


(collegamento alle Edizioni Franco Angeli)