10 - Clinica del presente seconda parte

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Indice

Le Carte di Gino

  • Luigi Pagliarani, Metempsicotico il gruppo?1

Studi e Ricerche

  • Dario Forti, Psicosocioanalisi e clinica della polis
  • Carla Weber, Alla ricerca del gruppo perduto. Gruppo, fenomenologia e clinica
  • Ugo Morelli, Verso il sesto assunto di base. Horror vacui, horror pleni (di alcuni conflitti psicoculturali) nella vita dei gruppi. Uno studio su conformismo e saturazione

Altri temi

  • Diego Garofalo, Il riconoscimento intersoggettivo e il campo autonomo del sé. Differenza e mutualità nel rapporto analitico in ottica relazionale

 

Questo numero della rivista è stato curato da Carla Weber, con l’assistenza di Giuseppe Varchetta

Editoriale

 

Il n. 12 di Educazione Sentimentale, che chiude il sesto anno di vista della nostra rivista, è dedicato alla tematica gruppo, gruppi.

Il situema gruppo è da sempre uno dei vertici della ricerca e della pratica psicosocioanalitica, sia nel lavoro clinico per gli individui, che negli interventi psicosocioanalitici nelle istituzioni e nelle organizzazioni.

La psicosocioanalisi, lungo l’insegnamento di Freud nell’affermazione che non esiste “una psicologia individuale e che ogni psicologia è di per sé sociale”, ha sempre ritenuto il gruppo il punto di vista privilegiato dal cui vertice osservare, e tentare di comprendere, le tematiche intra-soggettive, inter-soggettive e trans-soggettive. La psicosocioanalisi raccoglie “l’apporto di Freud sulla psicologia del gruppo [che ha] il carattere di un’intuizione soffocata, impedita a svilupparsi dalla convinzione che non fosse possibile il trattamento della psicosi e … anche dalla ritrosia a sperimentare emotivamente il sociale”, lo fa proprio come vertice precipuo e lo sviluppa fino a considerare la gruppalità presente, oltre che nei gruppi, nelle donne e negli uomini e nelle istituzioni del sociale.

In questo numero il continuare il colloquio con Le carte di Gino sulla tematica gruppo, gruppi è affidato alla ripresentazione - dopo la prima pubblicazione del 1983 - di uno dei saggi centrali, “Metempsicotico il gruppo?” della ricerca, o per meglio dire della meditazione di Luigi Pagliarani sul situema gruppo.

È un documento ormai introvabile, che viene per lo più trasmesso da fotocopie sempre più ingiallite e illeggibili, nel quale il suo autore attraversa in quarantanove fittissime pagine tutte le topiche della ricerca sui gruppi e la gruppalità, con-fondendo nello stile tipico di Luigi Pagliarani autori della psicoanalisi, delle psicologie diverse, della sociologia, della scienza politica e delle letterature.

Il risultato è un corpo dottrinale di ricerca capace di contenere i temi più rilevanti della ricerca psicosocioanalitica, rapportati continuamente al situema gruppo: la rimeditazione degli assunti di base dei gruppi bioniani, il gruppo considerato promotore di originalità e di originarietà, la pluralità di ogni donna e di ogni uomo, le prime intuizioni attraverso la lezione bioniana della capacità negativa della terza angoscia, “segno - affascinante, spaventoso e tirannico - della bellezza aspirante a nascere, umano-divina nell’immediato presente”, fino alla capacità di indicare come uscire dalle forme più critiche e regressive dell’esperienza di gruppo.

La seconda parte della rivista - Studi e ricerche - presenta tre saggi che dialogano idealmente con il corpo dottrinale che in questo numero Le carte di Gino presentano.

Il primo saggio, di Dario Forti, è stato pensato e scritto in una logica “di servizio”: recupera in altre parole il peculiare e originario interesse della psicosocioanalisi per le tematiche della polis - considerata l’esperienza più lata e insieme più complessa della gruppalità - e all’interno di tale vertice presenta criticamente il contributo della psicosocioanalisi come si è sviluppato dagli originari studi e ricerche di Jaques dei primissimi anni ‘50 fino ad oggi. L’ipotesi di fondo è il rimarcare l’esigenza non rinviabile di affrontare anche tale situema con un approccio clinico “volto a intervenire sulla sofferenza e il disagio degli individui, in qualsiasi condizione e raggruppamento essi si trovino”.

Il secondo saggio, di Carla Weber collega le domande di ricerca sui gruppi di Pagliarani con le domande attuali sull’interazione individuo-gruppo-collettività. La pensabilità della fenomenologia gruppale oggi è messa in relazione dall’autrice con la caduta delle istanze di mediazione gruppale e il diffondersi di ansie e paure nei confronti di un’alterità vissuta soprattutto come rischio di perdita e annientamento. La riflessione intorno alla performatività e contingenza delle esperienze individuali nei gruppi segnala punti di criticità riguardo alla plasticità di un’esperienza metempsicotica, e il prevalere di appartenenze labili. Propone una ricerca della fenomenologia gruppale che tenga conto di un soggetto sempre più “respinto a se stesso” nelle dinamiche dei contesti sociali di riferimento.

Il terzo saggio, di Ugo Morelli, chiude la seconda parte della rivista con una proposta che costituisce un autentico passo in avanti della ricerca psicosocioanalitica sui gruppi e la gruppalità; fino a proporre un ulteriore assunto di base - dopo i tre classici bioniani (attacco-fuga, dipendenza, accoppiamento) e i due successivi degli allievi di Bion (crisi della noità, crisi della meità) - riferibile e associabile alla saturazione, “al ‘tutto pieno’ che la mente dei membri di un gruppo si trova a sperimentare oggi, vivendo l’angoscia da totalità e la completezza, la ‘perfezione’ dell’esistente, unitamente alla inaccessibilità, alla differenza e alla immaginazione di spazi di scoperta”.

Le pagine di un saggio di Diego Garofalo nella rubrica Altri temi dedicate al riconoscimento intersoggettivo e il campo autonomo del sé, nel quale questo autore, già conosciuto dai lettori della nostra rivista, ripercorre l’approccio relazionale come “l’emergere di una tradizione” nel senso che “di fatto, la psicoanalisi ha sempre meglio precisato il senso molteplice della relazione, e da questa prospettiva si può leggere l’intero suo sviluppo storico”.

Un auspicio è che l’insieme dei nostri contributi possa nutrire la competenza dei nostri lettori su un tema centrale non della ricerca psicosocioanalitica, ma dell’esperienza quotidiana di tutti, più nel senso di un cumpetere quale “mirare insieme alla stessa meta” e meno nel significato oggi onnipresente di competizione.

1 Il saggio è apparso nella rivista “Quaderni di Psicoterapia di Gruppo”, n. 2, 1983, Borla Editore, Roma.


(collegamento alle Edizioni Guerini e Associati)