13 - Oltre la spirale dell’apprendimento

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Indice

  • Forti, Dario,Perché una ricerca psicosocioanalitica sull’apprendimento
  • Magatti, Paolo,Oltre la spirale : tracce di riflessione e piste di ricerca sul processo di apprendimento
  • Brunazzi, Fabio ; Oggero, Marina,L’apprendimento tra narrazione e fasi della vita
  • Patruno, Daniela,Il progetto e la metafora dell’autoritratto
  • Allari, Chiara ; Oggero, Marina, Pensieri sul setting
  • Rigoni, Annamaria,Il gruppo di contiguità : ipotesi sul processo di costruzione del pensiero in uno spazio/tempo instabile
  • Mazzolari, Laura,Apprendere dalle emozioni : la funzione dell’hic et nunc e dell’insight in psicosocioanalisi
  • Brunazzi, Fabio ; Forti, Dario,Il lavoro dell’apprendere : ansie e difese nell’apprendimento
  • Mori, Luca,L’apprendimento e le sue triangolazioni : un modello e un punto di vista filosofico
  • Lipari, Domenico,La comunità di pratica come contesto sociale di apprendimento
  • Mocca, Alessandro,Apprendimento e insegnamento nel contesto odierno


Editoriale

Occorre evitare nelle pratiche umane che quanto si è agito consumi il nostro presente ostacolandone il cambiamento.

Da qualche tempo la Direzione della nostra rivista avvertiva l’urgenza di un cambiamento capace di raccogliere e valorizzare il senso di una esperienza ormai significativamente sviluppatasi dal suo avvio nel maggio 2003.

Il compimento del sesto anno di pubblicazioni e il cambio dell’editore hanno generato emergentemente le condizioni attraverso le quali si è avviato un processo di cambiamento del fare “attuale”. La Direzione e la Redazione della “Educazione Sentimentale” sta sviluppando una riflessione ampia su aspetti diversi ma tutti confluenti nella esigenza ormai non più rinviabile di un ripensamento profondo della struttura e dei contenuti della rivista. Si tratta, in altre parole, di cambiare per poter meglio continuare ad assolvere il compito primario della “Educazione Sentimentale” di costituire una presenza militante e in sintonia con i tempi nel collaborare all’obiettivo della Fondazione, che è e resta quello “di favorire lo studio e la diffusione del pensiero e dell’opera di Luigi (Gino) Pagliarani, attraverso la promozione di iniziative di attività culturali ad essi ispirati”.

Questo tredicesimo numero, primo della nuova serie, che inaugura il settimo anno di attività della nostra Rivista, presenta già alcuni segni di cambiamento sia a livello della struttura della rivista sia a livello dei suoi contenuti più orientati, rispetto ai numeri della prima serie, ad un presidio più testimoniante il senso mutevole del nostro tempo.

E’ significativo, a questo proposito, che il presente numero sia dedicato al “processo dell’apprendere”, un vertice della nostra contemporaneità, che è segnata da qualche tempo da un trasferimento di investimenti di ricerca e di applicazione da un focus sull’insegnamento ad uno sull’apprendimento, avendo come punto di riferimento anche epistemologico l’esperienza umana che è ad un tempo la fonte, il contesto applicativo e la destinazione dell’apprendimento.

Tutti i contributi che presentiamo - sia quelli generati da una ricerca condotta direttamente da colleghi di Ariele, sia quelli di autori di altre “scuole” e prospettive di ricerca - sono attraversati e caratterizzati dalla convinzione comune “che il proposito di ricerca di una teoria per la formazione trova il suo sostegno anzitutto nell’innesto del legame tra formare e apprendere: trova il suo fondamento la dove le questioni della formazione siano efficacemente contenute entro i confini e le questioni dell’apprendimento”1.

Apprendere nella contemporanea società della conoscenza è condizione per vivere una esistenza piena caratterizzata da autonomia, progettualità e responsabilità.

 

Una riflessione di Dario Forti sul “Perché una ricerca psicosocioanalitica sull’apprendimento” apre il numero presentando i risultati di una ricerca a più mani condotta in Ariele da qualche tempo sul processo di apprendimento. Il contributo di Forti motiva diffusamente il perché della decisione di promuovere in Ariele un gruppo di ricerca sui temi dell’apprendimento e precisa le scelte metodologiche elettive che il gruppo di ricerca ha via via costruito in una relazione ricorsiva con l’oggetto della propria ricerca.

Il contributo di Paolo Magatti si assume il compito di offrire ai lettori il punto di approdo attuale della riflessione di Ariele sul processo di apprendimento interpretato dal vertice psicosocioanalitico: il procedere-ritornando, doppio movimento che va al di là dell’andamento monolineare, dialettico e deterministico della spirale assunta inizialmente come metafora di riferimento; l’esigenza di un ritorno “trasformativo” in opposizione a un ritorno “nostalgico”, archeologico, solo ricostruttivo; la sottolineatura della esistenza di una riflessività specificatamente psicosocioanalitica; la sottolineatura ancora dell’esigenza di stabilire una relazione sana con l’oggetto di apprendimento attraverso una mobilitazione del legame e la necessità di rallentamenti, sedimentazioni, allontanamenti; l’ipotesi che la nozione bioniana di pensiero onirico della veglia e di campo analitico offrano piste nuove di ricerca per pensare l’apprendimento, sono e costituiscono insieme altrettanti punti di approdo e per ripartire e continuare da parte della psicosocioanalisi la propria ricerca in una area, quella del processo di apprendimento, che la psicosocioanalisi originaria di Luigi Pagliarani aveva più indicato come vertice fondamentale che approfondito nel tempo.

Il contributo di Fabio Brunazzi e Marina Oggero sottolinea l’utilità del pensiero narrativo, capace di cogliere le differenti fasi di vita delle donne e degli uomini come terreno fertile per la ricerca sul processo di apprendimento all’interno del più ampio paradigma della riflessività.

Tale tematica è approfondita dal contributo di Daniela Patruno “Il progetto e la metafora dell’autoritratto”, che indica nella costruzione di un primo proprio autoritratto, un passaggio fasico e insieme una metafora relativi alle testimonianze delle interviste effettuate per la ricerca di Ariele dei percorsi di apprendimento della psicosocioanalisi.

Chiara Allari e Marina Oggero nel loro contributo “Il concetto di setting”, dopo un utile “recupero” del concetto di setting, ne analizzano le caratteristiche nella formazione psicosocioanalitica, offrendo delle riflessioni istituzionali rispettivamente sui setting di gruppo, sui setting di coppia nelle prospettive orientative relazionali affettive e calati nell’ambiente organizzativo formativo.

Annamaria Rigoni riflette problematicamente su alcune tendenze della nostra contemporaneità, indica nella ambiguità, con la possibile coesistenza nella mente in assoluta tranquillità e indifferenza di due argomentazioni opposte, un tratto “caratteriale collettivo” sempre più diffuso, e nell’interrogarsi sulla possibilità “di trovare un elemento logico o fare una esperienza emotiva di scoperta che sia in grado di dare un senso alle esperienze e conoscenze frantumate”, indica nel gruppo una situazione “di contenimento delle ansie e delle angosce di frammentazione” con la capacità di restituirle più tollerabili. Nell’indicare le caratteristiche ipotizzabili per questo tipo di gruppo lo definisce “gruppo di contiguità” indicandone come elemento rilevante la prossimità di pensieri e di corpi.

Il tentativo di comprendere, attraverso le interviste sviluppate durante la ricerca di Ariele sul processo di apprendimento, il ruolo e le modalità caratterizzanti l’azione delle emozioni nelle diverse interazioni che caratterizzano l’apprendere nelle sue varie fasi e prospettive, è l’oggetto del contributo di Laura Mazzolari, caratterizzato anche da una non comune capacità di autoriflessione sulla con-fusione di ruoli che l’autrice sta agendo attualmente, la cui eco l’ha accompagnata nella scrittura.

Il contributo di Fabio Brunazzi e Dario Forti “Il lavoro dell’apprendere. Ansie e difese nell’apprendimento” chiude la somma dei contributi generati dalla ricerca di Ariele sul processo di apprendimento: dopo una precisazione sulla natura dell’apprendimento affronta il tema delle ansie di apprendere proponendo tra l’altro un modello capace di connettere in quattro idealtipi il rapporto tra cambiamento e apprendimento e offrendo nelle battute conclusive una riflessione, prospettiva di ricerca sul “falso apprendimento”, indicato come un insieme di processi e pratiche tesi “unicamente a compiacere l’organizzazione e il formatore ma che crea conflitto negli individui stessi”.

I contributi di Luca Mori, Domenico Lipari e Alessandro Mocca costituiscono un insieme di riflessioni e di trascrizioni di pratiche operative di autori non appartenenti ad Ariele, in misura diversa interessati ad un dialogo con la psicosocioanalisi, ma in ogni caso capaci di testimoniare percorsi di ricerca e ambiti di pratiche che per la psicosocioanalisi non possono non costituire un forte interesse.

Luca Mori, nel contributo “Apprendimento e le sue triangolazioni. Un punto di vista filosofico” si interroga categorialmente nel tentativo di indicare le condizioni - casi limite nei quali l’apprendimento umano è precluso. L’autore propone un campo problematico costituito da due casi limite: nel primo caso l’apprendimento è precluso perché il sistema si attiene a ciò che gli è assolutamente familiare, ritenendo che tutto ciò che c’era da apprendere sia stato già appreso; nel secondo caso l’apprendimento è precluso poiché il sistema è caratterizzato da un ambiente cognitivo ed emotivo nel quale c’è troppo rumore e disordine con un livello conflittuale eccessivo, capaci nel loro insieme di generare eccessi d’ansia precludenti l’apprendimento. Il contributo di Mori non si esime dall’indicare una prospettiva capace di superare - nella ibridazione multidisciplinare di autori e vertici diversi - le secche dell’apprendimento precluso.

Alessandro Mocca propone un contributo, per così dire istituzionale, sulla tematica dell’apprendimento e dell’insegnamento nel contesto odierno; la riflessione è fondata sulla distinzione tra due approcci che sottostanno alla formazione, definiti come “educare” e “apprendere”; indica nel primo la prospettiva normativa-comportamentale etero diretta, caratterizzata dal controllo, considerando la conoscenza come “oggettivabile e trasmissibile”; indica nel secondo una prospettiva che deve fare i conti con la soggettività, necessariamente autoriflessiva e caratterizzata da una visione autonoma del partecipante.

Domenico Lipari scrive pagine chiare ed esemplarmente documentate sul costrutto “la comunità di pratica” che Etienne Wenger sul finire del secolo scorso ha proposto in relazione a una somma di ricerche ampie e interdisciplinare sui processi di apprendimento analizzati in contesti operativi diversi. Da qualche tempo anche in Italia “la comunità di pratica” è oggetto di interesse anche applicativo in contesti organizzativi più di altri interessati alla centralità dell’apprendimento come leva strategica delle organizzazioni contemporanee.

Il numero si chiude con un contributo di Romano Trabucchi, anch’esso “dall’esterno”, sul tema, partendo da René Girard, Violenza e solidarietà, sottolineando ancora una volta l’interesse della nostra rivista per i temi della polis quale vertice trasversale insieme ad altri del pensiero e della pratica della psicosocioanalisi.

 

L’Educazione Sentimentale, con questo numero tredici, come già precisato, cambia editore, da Angelo Guerini & Associati a Franco Angeli.

L’Angelo Guerini & Associati ha colto sei anni fa con sodale partecipazione il nostro progetto, sostenuto semestre dopo semestre da una interpretazione del proprio ruolo di editore, che ha consentito di garantire al lettore un prodotto tanto accurato quanto tempestivo; tutto questo confermando ancora una volta della Guerini & Associati quella attenzione e quella cura per la psicosocioanalisi, che molti di noi hanno con significante soddisfazione sperimentato lungo molti anni. Il nostro grazie è insieme fervido e riconoscente; questi sentimenti riferiti alla nostra esperienza con la Guerini & Associati nutrono la certezza che tale relazionalità positiva continuerà, pur su piani e modalità necessariamente diversi, anche con la Franco Angeli, il nostro nuovo editore, che fin d’ora ringraziamo per la fiducia concessaci.

 

Voltiamo pagina per continuare con i nostri lettori, con i nostri autori il nostro comune cammino guidati da responsabilità e passione rinnovate.

1 GP Quaglino (2000), Uno scenario dell’apprendere in C. Montedoro, a cura di, “Dalla pratica alla teoria per la formazione: un percorso di ricerca epistemologica” , Franco Angeli Milano, pag 284


(collegamento alle Edizioni Franco Angeli)